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Letteratura
La pace di Utrecht (1713) pone fine alla guerra di successione spagnola e il duca Vittorio Amedeo II riceve la corona reale. Per la cultura piemontese è un periodo di grande fioritura.
Iniziano studi sulla lingua, in cui si distinguono il filologo Barone Vernazza (le sue opere sono conservate alla Biblioteca Reale di Torino), Guido Gaschi conte di Bourget e di Villarodin che stabilisce le norme di scrittura e lettura e il padre Guglielmo Della Valle, fondatore dell'Accademia di Fossano.
Questi studi sfociano nella pubblicazione della Prima Grammatica Piemontese (1783) ad opera del medico cuneese Maurizio Pipino che normalizza ufficialmente grafìa e morfologia della lingua.
Si forma così un'unica lingua comune per tutto il Piemonte.
Ignazio Isler (1702-1788?) è un colto ecclesiastico (parroco del Convento della Crocetta di Torino) che scrive le sue composizioni (Tòni) musicandole per il clavicembalo. In esse illustra con facezia la vita quotidiana del popolo e, quando occorre, anche il malcostume ecclesiastico.
I Tòni dell'Isler sono 54 e la prima edizione è del 1799.
Ventura Cantiermetre (Giuseppe Antonio Ignazio Avventura, 1733–1777), ufficiale del Reggimento Dragoni PIemonte, è la prima voce piemontese di intonazione politica e sociale che segue l'air du temps.
La rivoluzione francese è alle porte.
Edoardo Ignazio Calvo (Torino 1773-1804), medico all'opedale di San Giovanni, è un acceso sostenitore delle idee liberali e, inizialmente, della rivoluzione francese. Fustiga i privilegi dei nobili e del clero.
I suoi entusiasmi rivoluzionari si spengono ben presto di fronte all'impietosa realtà: i francesi portano in Piemonte nuove tasse, balzelli e obblighi e svuotano i musei dalle opere d'arte.
Le sue stupende Fàule Moraj, ispirate alle favole di Esopo e Fedro, cantano il suo disinganno.
Fra le sue opere:
Le Folìe religiose, denuncia del fanatismo di tutte le religioni
Il diavolo in status quo (in italiano) contro la perversione dei preti e l'oppressione napoleonica
Campan-a a martel për ij Piemontèis
L’Artaban bastonà, commedia politica contro 'ij tre C' (Carlo Botta – Carlo Bossi – Carlo Giulio), piemontesi collaborazionisti che governano per conto dell'oppressore francese
Da citare ancora sono:
l'abate Antonio Tarizzo, col poemetto epico L'arpa discordata, ispirato all'assedio di Torino del 1706,
il Cav. Vittorio Amedeo Borrelli (Valenza, 1723), linguista e poeta di Tòni arcadici,
il sacerdote predicatore cuneeseo Silvio Balbis, autore teatrale.
Fàula IV – Ij scalavron e j’avije
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